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Da tempo i climatologi si sono dichiarati preoccupati per i cambiamenti del clima che hanno potuto riscontrare con le loro misurazioni. I dati mostrano chiaramente che è in atto un riscaldamento globale, cioè un innalzamento delle temperature medie in tutto il pianeta. I climatologi ritengono che le temperature degli ultimi diecimila anni, pur variando, siano rimaste sempre entro un certo intervallo che negli ultimi duemila anni non è mai salito più di 0,6 °C né è sceso meno di 0,6 ° C rispetto ad un valore medio che coincide con le temperature medie nel periodo compreso tra il 1951 ed il 1980. In questi ultimi anni, in vece, la temperatura si sta alzando sempre di più.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono numerose e, purtroppo, dannose.
1-Aumento della frequenza dei fenomeni atmosferici estremi. Si verificheranno più spesso, rispetto al passato, tempeste di fortissima intensità, piogge con grandissime quantità d’acqua concentrate in poco tempo, venti molto veloci, ondate di gelo o ondate di calore più intense e prolungate rispetto al passato. Le tempeste e le inondazioni possono mettere in pericolo vite umane e causare notevoli danni agli edifici, all’agricoltura, ai trasporti, alle infrastrutture, a boschi e foreste.
Non si prevede un aumento né una diminuzione della quantità di pioggia ma le attuali quantità d’acqua riversate abitualmente a terra dalle precipitazioni saranno concentrate in tempi più brevi, e questo causerà un minore apporto d’acqua alle falde acquifere e un deterioramento della qualità del suolo. Anche le ondate di calore possono causare vittime -soprattutto tra persone con problemi cardiaci o respiratori-, possono mettere in pericolo bambini, anziani e persone che svolgono lavori molto faticosi. Le ondate di calore possono causare danni all’agricoltura, aumentano la probabilità che si verifichino forti incendi e accelerano i processi di desertificazione in atto.
2-Scioglimento dei ghiacciai e aumento del livello dei mari. Molti ghiacciai si stanno sciogliendo e i ghiacci del Polo Nord e del Polo Sud (calotte polari) si stanno riducendo sempre più velocemente. Questo sta comportando un innalzamento del livello del mare in ogni parte del pianeta, un aumento delle inondazioni, delle alte maree, dell’erosione costiera e dei crolli di edifici e strade costruiti a ridosso del mare. Le persone più a rischio per l’innalzamento degli oceani sono quelle che vivono in aree costiere al di sotto di 10 m sul livello del mare (LECZ, low elevation coastal zone), che nel 2010 erano circa 700 milioni. Il numero delle persone a rischio, purtroppo, sta aumentando, inoltre intere nazioni costituite da piccole isolette che affiorano di poco rispetto al livello del mare rischiano di essere sommerse. Oltre a dover proteggere le città dai danni delle onde e delle maree e oltre a dover evacuare alcune zone non più recuperabili, questi fenomeni hanno anche come conseguenza la salinizzazione delle falde acquifere che si trovano vicine alle coste, privando di acqua dolce esseri umani e organismi animali e vegetali.
3-Perdita di biodiversità. I cambiamenti climatici stanno cambiando interi ecosistemi ad una velocità troppo elevata perché molte specie viventi che li popolano riescano ad adattarsi. Lo scioglimento delle calotte polari sta privando del loro habitat, tra gli altri, orsi polari e foche della Groenlandia. Gli incendi in Australia tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 hanno causato la scomparsa di intere specie di animali e vegetali, in tutto il mondo le barriere coralline stanno morendo a causa dell’aumento delle temperature e della sempre maggiore concentrazione di anidride carbonica negli oceani. I cambiamenti climatici stanno contribuendo alla riduzione degli insetti, causando diminuzione di nutrimento per molte specie animali, limitando la riproduzione di molte specie vegetali, con gravi danni anche per l’agricoltura.
Bibliografia:
IPCC – Global Warming of 1,5°C – 2018
IPCC – Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate – 2019
Elizabeth Kolbert – La sesta estinzione – Neri Pozza 2014
Altre fonti:
Simone Porrovecchio – Volpe bianca ora il tuo futuro è meno nero – articolo apparso su “Il venerdì” del 23/12/2022
Giovanni Motter – La memoria del ghiaccio – 2017
Alessandro Macina – No plan(et) B Il polmone blu
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