Home > Scuola > Teoria > Tecnologia dell’acqua – parte 2: L’impronta idrica
Nei paesi e nelle città italiane si consumano grandissime quantità d’acqua. Nei piccoli gesti quotidiani consumiamo una quantità d’acqua che è abbastanza consistente: per lavare i piatti a mano servono almeno 10 Litri d’acqua, con la lavastoviglie invece ne servono ancora di più, lo sciacquone del bagno scarica circa 10 Litri d’acqua, per una doccia si consumano circa 45 Litri. Inoltre bisogna considerare che per ottenere qualsiasi tipo di prodotto è necessario utilizzare una quantità d’acqua che spesso è sorprendentemente elevata. Per calcolare quanta acqua potabile è necessaria per tutte le attività ed i bisogni della nostra società e per dare informazioni chiare e precise su questi importanti dati è stato introdotto il concetto di “impronta idrica“: essa rappresenta il volume d’acqua complessivo richiesto da un particolare prodotto, da un singolo individuo, da un’intera nazione, ecc. Per il calcolo dell’impronta idrica di un prodotto non si considera solo l’acqua contenuta in quel prodotto, ma anche tutta quell’acqua che è stata consumata durante l’intero processo che ha portato ad ottenere quel prodotto (acqua virtuale). Provate a fare una spesa virtuale e a riempire un carrello per vedere qual è l’impronta idrica di quella spesa cliccando qui.
Il grafico sopra riportato mostra alcuni esempi: per ottenere un semplice bicchiere di birra da 250 mL sono necessari ben 75 L d’acqua dolce, che vengono utilizzati per la crescita del malto dal quale si ricaverà la birra, per i lavaggi, ecc. Per una piccola tazzina da caffè (circa 50 mL di bevanda) sono necessari ben 56 L di acqua mentre… per un hamburger i consumi schizzano a 2400 L! In molte nazioni, tra le quali anche l’Italia, gli abitanti sono così ricchi che si possono permettere di consumare prodotti che richiedono enormi quantità d’acqua anche se il paese non dispone di simili quantità. Una simile tendenza non è sostenibile ed è necessario porre in essere gli accorgimenti opportuni per ridurre l’”impronta idrica nazionale” di questi paesi.
Solamente prestando la dovuta attenzione al tipo di prodotto che si consuma ed alla sua impronta idrica potremo tutelare le risorse idriche del pianeta, ma non dobbiamo perdere di vista neppure i problemi più immediati e vicini a noi: in Italia ogni anno, a causa delle perdite nelle condutture di acqua, viene persa circa la metà dell’acqua prelevata!
Secondo quanto riportato dal Water Footprint Network in Italia si consumano ogni anno 130000 milioni di metri cubi di acqua virtuale. Dalle nostre fonti riusciamo a ricavare, ogni anno, solo 8200 milioni di metri cubi di acqua reale, di cui 3400 vengono dispersi nelle condutture guaste.
Tecnologia dell’acqua: L’acqua – Parte 1: Il ciclo dell’acqua; L’acqua – Parte 2: L’impronta idrica; L’impianto di potabilizzazione; L’acquedotto; L’impianto di depurazione delle acque reflue; Teoria