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Le latifoglie sono un’importantissima divisione all’interno del regno delle piante (il nome scientifico corretto è magnoliophyta). Appartengono a questa divisione di piante migliaia e migliaia di specie diverse di alberi il cui ruolo è stato fondamentale sin dagli albori della storia dell’Uomo: infatti le latifoglie hanno da sempre fornito frutta, fibre tessili (per esempio il gelso da carta), legname da costruzione, legna da ardere e, a partire dal medioevo, cellulosa per la fabbricazione della carta, per non parlare degli utilizzi che sono stati sviluppati nell’epoca moderna. Sebbene le diverse specie di queste piante siano così numerose e sebbene siano diffusissime, vengono sfruttate così intensamente e i loro habitat ridotti così drasticamente che secondo gli scienziati migliaia di specie rischiano l’estinzione.
Dal punto di vista tecnologico il termine latifoglie si riferisce a specie di alberi tipiche dei climi temperati caratterizzate da foglie larghe (da qui il nome), perdita delle foglie in autunno, struttura del tronco ramificata che può quasi assumere una forma sferica o ovoidale.
A differenza delle specie tropicali, che crescono con un clima che presenta poche differenze tra il periodo estivo e quello invernale, le latifoglie si accrescono formando anelli marcatamente distinti gli uni dagli altri, ed il loro legno presenta caratteristiche venature.
Le venature sono dovute al fatto che i tessuti legnosi sono molto complicati e presentano tanti canali (raggi e vasi) attraverso i quali si muovono i liquidi all’interno della pianta. Nella figura sotto riportata si vede schematizzato l’ingrandimento di una minuscola porzione del legno della figura precedente. Le fibre sono costituite dalle pareti cellulari e contengono tanti tipi di sostanze, dei quali i più importanti sono tre: cellulosa, lignina e pectina (questi ultimi sono due collanti naturali).
La struttura del legno primaverile è caratterizzata da vasi di diametro maggiore e si forma più velocemente, date le favorevoli condizioni climatiche. La struttura del legno autunnale è caratterizzata da vasi più stretti e si forma più lentamente. Alla nostra vista il legno che si forma in autunno appare semplicemente come una linea, che delimita un anello da un altro. In realtà non c’è nessuna linea, succede semplicemente che il tessuto che si forma in autunno ha un colore più scuro ed uno spessore estremamente stretto.
Tipiche latifoglie sono il rovere, il faggio, il castagno, il noce, il ciliegio, il frassino. Trovano impiego soprattutto per la realizzazione di mobili e pavimenti. I più pregiati (noce, ciliegio, rovere) vengono utilizzati anche per realizzare impiallacciature. Un’impiallacciatura è un foglio sottilissimo di legno. Se l’impiallacciatura è di un legno pregiato spesso viene usata per ricoprire legni di qualità estetiche più scadenti incollandola sopra sportelli di mobili, pannelli di truciolato, ecc.
Il pioppo, invece, viene sfruttato per la sua rapidità di crescita che lo rende un legno economico anche se non molto pregiato, è adatto a realizzare pannelli di compensato o di multistrato.
Esempio 1: Faggio
Il faggio è un legno molto compatto, infatti il suo peso specifico è mediamente 0,72 kg/dm3. Abbiamo realizzato un piccolo pezzo di faggio grande esattamente come un regolo 10. Il suo volume è dunque pari a 10 cm3, se dividiamo per 1000 possiamo ottenere il valore equivalente espresso in decimetri cubi: 10/1000= 0,01 dm3). Infine abbiamo pesato il pezzo.
Il peso specifico del nostro campione di faggio si calcola dividendo il peso per il volume: 0,00709 kg / 0,01 dm3 = 0,709 kg/dm3, leggermente inferiore al valore medio del peso specifico del faggio (0,72 kg/dm3). Da notare: abbiamo pesato anche un listello di balsa delle stesse dimensioni: pesava solo 1,79 grammi!
Se osserviamo un listello di faggio lungo e stretto notiamo che resiste molto bene alla flessione.
Esempio 2: Rovere
Il rovere è un legno molto duro e ha un peso specifico di poco inferiore a quello del faggio: 0,70 kg/dm3. Abbiamo realizzato un piccolo pezzo di rovere grande esattamente come un regolo 10. Il suo volume è dunque pari a 10 cm3, se dividiamo per 1000 possiamo ottenere il valore equivalente espresso in decimetri cubi: 10/1000 = 0,01 dm3). Infine abbiamo pesato il pezzo.
Il peso specifico del nostro campione di rovere si calcola dividendo il peso per il volume 0,00692 kg / 0,01 dm3 = 0,692 kg/dm3, leggermente inferiore al valore medio del peso specifico del rovere (0,70 kg/dm3). Da notare: abbiamo pesato anche un listello di balsa delle stesse dimensioni: pesava solo 1,79 grammi!
Se osserviamo un listello di rovere lungo e stretto notiamo che resiste bene alla flessione e che è più elastico del listello di faggio.